«È certo che la vita non spiega le opere, ma è altrettanto vero che esse comunicano. La verità è che quell’opera da fare esigeva quella vita. L’opera si annunciava mediante segni premonitori
che avremmo torto a definire cause, ma che rendono vita e opere una sola avventura »
Merleau-Ponty da un saggio di Cezanne (1948)
DENIS RACCANELLI SCULTORE
Denis Raccanelli compie gli studi a Bologna, all’Accademia di Belle Arti nei primi anni ’70, scoprendo ed indagando con particolari assonanze i lavori di Bacon, Vangi, Giacometti, Marini. Terminati gli studi, parallelamente allo sviluppo della propria ricerca artistica, ottiene la prima cattedra di Discipline Plastiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Verona, che segna una svolta negli interessi dell’artista.
Infatti, seguono anni di approfondimento e studio rivolti alla metodologia didattica nell’insegnamento della Scultura e dell’Educazione Visiva. In quegli anni si trasferisce dapprima al Liceo Artistico di Padova, per poi passare all’Istituto Statale d’Arte della stessa città.
Nel ’79 è invitato ad esporre alla Biennale del Bronzetto Dantesco di Ravenna. Successivamente nell’82 si trasferisce all’Istituto Statale d’Arte di Castelmassa (RO), dove è rimasto fino a qualche anno fa.
È dei primi anni ottanta che riprende l’interesse ad una ricerca più corposa e continuata sul fronte produttivo, tanto da consentirgli la sua prima personale nel 1983 nella città di Badia Polesine.
È di quegli anni l’affinamento delle tematiche ricorrenti dell’artista: le ambiguità sessuali, la levità delle ambientazioni assenti, le sospensioni e i dubbi dello spirito, la sacralità laica dei deliri angoscianti di un Eros che si specchia in Tanathos che vengono convogliate nella personale a Palazzo Roncale di Rovigo nel 1987, con un saggio critico di Giorgio Segato.
Nel 1990 gli viene assegnato il primo premio della sezione scultura al concorso nazionale della rivista “ARTE”, della G. Mondadori, nella cui giuria sono presenti critici e studiosi d’arte quali E. Crispolti, E. Fabiani, D. Palazzolo, S. Grasso e G. Dava. Tale riconoscimento rappresenta probabilmente il passaggio del suo personale lavoro ad una attenzione nazionale dichiarata.
Nel 1993 una importante personale dell’Accademia dei Concordi a Rovigo, presentata da A. Romagnolo, raccoglie una produzione che precisa il linguaggio dell’artista. La materia accoglie assunti e euritmie che armonicamente fondono lo spazio scultoreo con il piano pittorico, in un crinale che percorre l’ambiguità e il limite in una contiguità che produce risonanza reciproca.
Nel 1994 è invitato ad esporre al Premio Suzzara, nel ’96 è al Palazzo Ducale di Revere, nel ’99 è alla Galleria Fantasia e Joe Arte di Lucca e nel 2000 è al Palazzo Ducale di Sabbionetta in un’importante collettiva dal titolo “Il Sacro nel Contemporaneo”. Sempre lo stesso anno per conto della Comunità Bergantinese, realizza un rilievo che viene donato al Papa durante il «Giubileo dello Spettacolo».
Si segnalano qualche anno dopo, l’installazione plastica per la nuova piazza del Comune di Bergantino (RO) “Atalanta e Ippomene + piani plastici + piazza nuova”, e il prossimo lavoro, nato in collaborazione con il Comune e con un gruppo di ragazzi della Scuola Primaria di Ficarolo, da collocare nelle adiacenze della medesima.
Attualmente si è ritirato dal servizio attivo nella formazione per dedicarsi alla ricerca plastica ed artistica e alla conduzione di corsi di approfondimento aperti a tutti coloro che si appassionano al mondo della scultura.